giovedì 21 febbraio 2013

Per ricordare Sigfried Rapaport


Nel 1938 la famiglia Rapaport di Hanover fu deportata in Polonia ma le autorità polacche rifiutarono l’ingresso nel loro paese e così  la famiglia fu rispedita in Germania.  Il capofamiglia, Moritz –Moshe fu mandato in prigione. La moglie Miriam si ammalò e venne ricoverata in ospedale. I quattro figli, ogni giorno andavano a trovare i genitori. Quando Moritz-Moshe fu deportato in Polonia i figli ne persero le tracce. La figlia Resi che ora si fa chiamare Varda fu mandata in Inghilterra nella speranza che gli altri si sarebbero presto uniti a lei. Purtrop il resto della famiglia fu deportata a Riga. Nel 1944 il più giovane dei figli, Paul fu mandato ad Auschwitz.  Miriam e gli altri due figli, Paula e Sigfried furono invece mandati al campo di concentramento di Stuttof.
 A Stutthof Sigfried fu separato dalla madre e dalla sorella ma riuscirono comunque a mantenere dei contatti per lettera. Una di queste, sopravvissuta alla guerra si trova adesso negli archivi di Yad Vashem. Sigfried che aveva 11 anni scrisse a Miriam:
Cara mamma, come stai? Ho ricevuto due tue lettere. Io sto bene. Hai ancora mal di pancia? Penso che tu abbia bisogno di pane. Io sto per trasferirmi al blocco 3,  quello che ho mi basta perciò non preoccuparti per me… Mi auguro che presto ci possiamo rivedere. Quando avrò del pane te lo manderò, puoi esserne certa, mamma.
La grafia del bambino rivela quanto egli sentisse la mancanza della sua famiglia ma anche come cercasse di rassicurare gli altri. Lui un bambino che  tra gli orrori del campo di concentramento, dimostra di essere più maturo della sua età. Sopportando la fame!
Mamma per favore mandami della carta  per scrivere, ecco perchè non ti ho scritto. Il nostro blocco sta per gassato, ecco perché io ho questo pezzetto di carta, tutto è sigillato ma io sono riuscito a rubare questo foglietto.
Questa lettera è scritta su un foglietto lungo e stretto. Secondo la sorella Varda, Siegfried si riferiva all’affumicazione del blocco. L’edificio fu sigillato o segnato con pezzi di carta incollati su porte e finestre. Siegfried non si fece sfuggire l’occasione e mandò poche righe alla madre.
Mamma ti bacio. Salutami Paula. Presto cucineremo delle patate nel laboratorio di cucito
Le attese del piccolo Sigfried furono  vane. Sigfried morì nel 1945 durante una Marcia della morte dopo aver lasciato Stutthof. La madre morì di tifo due settimane dopo la liberazione. Paula che sopravvisse diede la lettaea alla sorella che l’ha donata a Yad Vashem perchè fosse presevata.


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