Grażyna Chrostowska
nacque il 21 ottobre 1921 a Lublino in una nobile famiglia polacca. Orfana di madre dal 1932 il padre si occupò
della sua formazione umanistica facendole frequentare una scuola adatta ai suoi
interessi. La fanciulla amava l’arte, scriveva versi e prosa, amava il teatro e
il cinema. Apparteneva anche a un gruppo Scout. Dopo l’occupazione della
Polonia il padre divenne uno dei capi del KOP movimento di difesa della Polonia
cosi lei cominciò a distribuire un volantino periodico “Vite polacche”. Venne
arrestata per la sua attività insieme al padre l’8 Maggio 1941. Michael
Chrostowoski fu deportato e ucciso ad Auschwitz mentre lei fu rinchiusa per
mesi dalla Gestapo nel Castello di
Lublino. Il 12 settembre di quello
stesso anno fu trasferita a Ravensbrück.
A beffa dei Nazisti le poesie che scrisse durante il periodo vissuto nel campo
di concentramento uscirono dall’inferno.
Ne parlò la BBC a Londra dandone notizia nel 1943. Ventenne, i cui sogni
erano finiti nell’acqua, sentiva che fuori c’è solo indifferenza. Si sentiva
impotente e la natura intorno a lei cambiava con le stagioni. Costruzioni grigie
allineate laddove pesante era il respiro della disperazione e tutto si perdeva
nel silenzio nel giorno della sua fucilazione. Quel giorno Grażyna in una poesia
lo paragonava alla musica di Chopin. Anche gli uccelli erano impauriti, tutto
era quieto. Nella calma prima della tempesta, nel cuore intriso di nostalgia
per i cari lei sognava di camminare nelle pozzanghere, voleva ascoltare il
vento e sentire il respiro della primavera.
Sognava l’amore e minacciose erano le nuvole trafitte dall’inquietudine
così come in quello stesso giorno la fucilazione poneva fine anzitempo alla sua
giovane vita. Era il 18 Aprile 1942 e con lei morivano i suoi sogni e quelli di altre giovani polacche.
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